Testimonianza di una volontaria

Aiutare Sara mi ha fatto capire che, attraverso le difficoltà scolastiche, possono passare anche carenze di sorrisi, di sicurezza, di autostima. Con il tempo, tanta pazienza e una buona dose di sostegno emotivo, le barriere iniziali si sono dissolte e abbiamo instaurato un solido rapporto adulto-adolescente. Oggi sempre di più, dai brani di antologia letti insieme e addirittura dalle espressioni algebriche, riescono a passare sentimenti di stima, di rispetto, di voglia di condividere. C’è voluto un anno, ma al rientro delle vacanze estive, Sara ha voluto che leggessimo e commentassimo insieme alcune pagine di un libro letto da sola durante l’estate. Un buon motivo, per me, per voler continuare ad essere parte dell’Associazione Giorgetti.

 

Testimonianza di una counsellor

E’ ancora molto vivo in me lo sfogo di G., tredicenne di origine pakistana che fra le lacrime ha esternato la sua grande fatica: “E’ molto difficile stare con i miei coetanei italiani a scuola e dovermi sentire e comportare da italiana, tornare a casa parlare con i miei genitori e dovermi sentire e comportare da pakistana. Allora ieri mi sono guardata allo specchio e …non so più chi sono: italiana, pakistana, tutte e due, nessuna delle due? Non lo so più!” Lingue, religioni, abitudini, abbigliamento, colore della pelle diversi, ma dubbi, paure, insicurezze uguali in tutti i preadolescenti del mondo e, nel nostro piccolo, della Giorgetti. E’ stato questo il motivo che mi ha indotto a dar vita al Gruppo Think Pink: 8 ragazze di una terza media provenienti da paesi diversi che, con il permesso dell’insegnante, si sono incontrate per circa 20 volte durante l’anno. La mia presenza in qualità di counsellor è stata quella di facilitare gli incontri. Queste ragazze di appena 13 anni, alcune con difficoltà relazionali, sono state capaci non solo di fare gruppo, ma di animare momenti di grande spessore su temi tipici della loro età (i primi amori, la voglia di incontrarsi fra amiche, il desiderio di un cellulare nuovo…) sperimentando il non giudizio, connotando positivamente i comportamenti delle compagne, valorizzando un po’ di più loro stesse.